I piani segreti di Sergio Marchionne: Tanta Fiat, poca Alfa - Introduzione

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~Guido (la Lambo)~
view post Posted on 29/1/2010, 18:01




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Grazie all'intesa con Chrysler il marchio torinese allarga subito la gamma con le Suv di provenienza americana. Mentre l'Alfa non sostituirà la 159 e deve rivedere tutti i piani: troppo forte la concorrenza tedesca




"La vita è come una bicilcletta: per mantenere l'equilibrio bisogna sempre muoversi". La frase di Albert Einstein che il gran capo di Fiat, Sergio Marchionne, ha fatto stampare sui biglietti natalizi, la dice lunga sulla filosofia del gruppo torinese. Chi si ferma è perduto, concetto che il manager italo-canadese ripete stizzito anche a chi vede nell'intervento nella Chrysler più un grande rischio che un'opporunità: «A dispetto di quanto sento dire, non è solo vero che Fiat ha salvato Chrysler, è vero anche il contrario», spiega; «il piano per la Chrysler non serve soltanto a ristrutturare la Casa americana, è determinante anche per la sopravvivenza di Fiat, il futuro delle due aziende adesso è legato a doppio filo ed entrambe avranno benefici enormi da un simile legame».

Il ragionamento di Marchionne è di una brutale semplicità: abbiamo la possibilità di creare un Gruppo che sia tra i primi cinque al mondo e non possiamo mancare un'occasione storica, anche se questo comporta sacrifici per marchi blasonati. Come l'Alfa Romeo, la Casa più difficile da amalgamare con il partner americano: «Basta con le storie gloriose usate come alibi, basta con le cavolate come i richiami a Tazio Nuvolari», taglia corto, «l'Alfa è indubbiamente una storia di successo, ma la storia non implica sopravvivenza: dobbiamo capire dove possiamo tenere testa alla migliore concorrenza internazionale e dove non abbiamo la possibilità. E, se necessario, ridimensionare le nostre ambizioni». In parole povere: la Fiat investirà su nuove generazioni di modelli che possano generare, con limitate modifiche e investimenti, altre automobili. Stop, invece alle macchine che non hanno queste caratteristiche e, per di più, si confrontano con una concorrenza quasi imbattibile, come le tedesche. Il che significa che non ci sarà una sostituta per l'Alfa 159, modello che, a detta proprio di Marchionne «è costato troppo e non ha soddisfatto le aspettative». Punto.

La sua strategia punta, invece, a sfruttare al massimo le quattro piattaforme industriali sulle quali si baserà l'alleanza italo-americana: la Small (quella di Panda, 500 e della futura Ypsilon), la Mini (quella di Punto e MiTo), la Compact (quella di Giulietta, Delta e Bravo) e la 300, dal nome del modello Chrysler (a trazione posteriore) da cui nasceranno le future ammiraglie (anche Lancia) di qua e di là dall'Oceano. Dalle prime tre piattaforme, in particolare, dovrà uscire entro quattro anni un milione di macchine ciascuna: gli ingegneri e i designer di Torino e Detroit dovranno dare il meglio di sé per declinare tante vetture con marchi diversi, ma una stessa base produttiva, senza che il cliente finale pensi di trovarsi davanti un modello standardizzato. Gemelli diversi. Di cui si vedrà un saggio nella prima generazione che sta per arrivare. Eccoli Casa per Casa. (Continua...)

Quattroruote (rivista) N°652 di febbraio 2010 pagg. 36-39 (articolo di Mauro Tedeschini, vignetta di Maltese)

Edited by ~Guido (la Lambo)~ - 29/1/2010, 21:55

Tags:
Anticipazioni,
Attualità,
FIAT-Chrysler
 
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